Giacomo Sintini e Alex Zanardi sono fra i campioni dello sport “protagonisti” del nuovo libro di Patrick Trentini, musicista con la passione per la corsa, che ha combattuto e vinto una battaglia contro il cancro che ha colpito sua moglie Alessandra.
INTERVISTA A PATRICK TRENTINI
Come è nata la tua passione per la corsa?
«Svolgendo la professione di musicista (sia come didatta che come libero professionista) ho sempre avvertito l’esigenza di rimediare alla sedentarietà del mio lavoro. Dapprima ho corso per qualche anno in bicicletta, ma poi -in occasione della nascita di mia figlia- ho deciso di virare su di uno sport meno pericoloso e che -nelle mie intenzioni- avrebbe portato via meno ore alla quotidianità. In realtà correndo le ultramaratone il tempo richiesto è diventato molto, mentre sulla pericolosità il risultato è stato migliore (per quanto io pratichi regolarmente anche le arti marziali, non proprio l’ideale per un pianista)».
In quale occasione hai conosciuto Giacomo?
«Ho seguito la storia sportiva e “personale” di Giacomo con grande partecipazione emotiva, sia per i contenuti “oggettivi” che per un senso di vicinanza derivante dal fatto che mia moglie ha dovuto affrontare la medesima battaglia all’incirca nello stesso periodo. Quando Alessandra ha vinto la sua sfida con la malattia ho deciso di organizzare un evento di sensibilizzazione a Bolzano, e in questo contesto è nata la collaborazione con Jack e la sua Associazione, culminata in uno spettacolo di musica e parole dove abbiamo raccontato assieme la lotta al linfoma».
Che cosa ti ha colpito maggiormente di lui e dell’attività dell’associazione?
«Non è facile condensare in una breve risposta la quantità di aspetti meritevoli di Jack e della realtà che ha costruito. Sono stato profondamente colpito dall’entusiasmo, dalla pulizia, dalla trasparenza e dalla disponibilità che lui palesa in tutte le situazioni. È una persona che si mette per davvero a servizio degli altri, con una competenza che è pari alla sua umiltà: sembra accogliere ciò che ha dovuto affrontare come se fosse stato un dono anziché un peso; usa il suo vissuto come un’opportunità per esserci ancora di più e per scrivere pagine importanti nelle menti e nei cuori. È encomiabile».
Perché hai scelto proprio Giacomo come “esempio” per il tuo libro?
«Da un lato la risposta sta proprio nelle sensazioni che mi ha suscitato il nostro incontro. Dall’altro lato il mio libro parla proprio del rapporto tra la corsa (e lo sport in genere) e la musica, e di conseguenza il “racconto” dello spettacolo che abbiamo fatto assieme -al quale sono certo seguiranno altri eventi- non poteva che essere oggetto di narrazione. Tra l’altro il capitolo che parla di Jack è dedicato ai “modelli”, quindi in quest’ottica la sua figura non poteva che trovarvi ampio spazio».
Quale canzone hai scelto di abbinare al capitolo che parla di Giacomo?
«Effettivamente il mio lavoro non è soltanto un libro perché contiene un cd allegato, e per ogni capitolo c’è un brano musicale che “porta” lo stesso titolo del capitolo stesso. Nel caso di Jack il capitolo (e quindi il pezzo musicale) si intitola proprio Zanna & Jack in quanto dedicato a due figure dello sport (Giacomo, appunto, e -assieme a lui- Alex Zanardi) che hanno saputo ricostruirsi in maniera meravigliosa dopo esperienze di vita che avrebbero messo chiunque in ginocchio. Spero che il mio libro contribuisca a renderli “esempio” per tutti».
13 luglio 2018