Mi sono serviti alcuni giorni per trovare la forza di scrivere qualcosa su Daniele Redaelli. Forse, alla fine, non l’avrei neppure fatto se a darmi la spinta non fosse stato Jack. Gli parlavo di chi era Daniele, di quale straordinaria espressione di essere umano fosse e semplicemente mi dice: “Scrivi un suo tributo a nome dell’Associazione, tramite te ci conosceva e anche se é passato qualche giorno non importa servirà a mantenere vivo il ricordo”.
Ed eccomi qui allora, a dare testimonianza di chi fosse Daniele che purtroppo ci ha lasciato troppo presto, vinto da una di quelle malattie per cui noi dell’Associzione Giacomo Sintini raccogliamo fondi a favore della ricerca.
Jack ha detto giusto, ci conosceva. Gli avevo parlato nel mio impegno come ufficio stampa dell’Associazione in occasione del nostro ultimo incontro a Milano nel settembre del 2015. Gli avevo parlato della storia sportiva di Giacomo del suo ritorno trionfale dopo la guarigione dal linfoma, ne era entusiasta da grande appassionato di storie qual era. Mi parlò di un blog che stava nascendo a cura di Gian Luca Pasini e che sarebbe stato il posto giusto per accogliere i racconti delle nuove imprese di Jack nel sociale. Così fu.
“In coda al gruppo” è stato il posto più naturale dove veder pubblicate le nostre storie, ma non solo. La redazione pallavolo de La Gazzetta, passatemi il termine, ci ha sempre seguito con passione, dimostrandoci sempre affetto e considerazione.
So che Daniele era orgoglioso del mio impegno, lasciata la cronaca del volley infatti, ho saputo trovare nell’Associazione il mio spazio per continuare a scrivere, di sport e di impegno sociale, di altruismo e generosità. I pilastri di Daniele. Far felice gli altri faceva felice lui, e noi con Jack proviamo a fare altrettanto.
E quindi, come ha detto Gianluca nel suo ultimo saluto a Daniele, possiamo scegliere di piangere o di esserci, come avrebbe fatto lui.
Io ci sarò. Quando ci sarà da scrivere di nuovi fondi raccolti, di nuove donazioni e di nuovi sorrisi regalati, io ci sarò. Sarà un modo per tenere vivo il ricordo di Daniele e fare qualcosa di concreto per aiutare gli altri.
Daniele era un gigante, una persona perbene che ha lasciato un segno tangibile in chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo. Daniele c’era, sapevi di poter contare su di lui e nella nostra breve conoscenza non mi ha mai detto un “no”, ha sempre provato a fare quello che io, entusiasta e innamorata del mondo in cui ha vissuto, chiedevo. Volevo fare la giornalista, scrivere di pallavolo sulla Gazzetta dello sport, non ci sono riuscita, ma le mie parole e miei fatti su quei fogli magici ci sono finiti qualche volta, e se è così lo devo a lui che non ha mai smesso di incoraggiarmi con il suo “Dai, dai, dai”.
Dai, dai, dai Daniele, noi siamo qua e continueremo a lottare per sconfiggere il cancro perchè il tuo esempio e il tuo coraggio nella malattia hanno rinnovato la convinzione che, anche nella morte, non c’è sconfitta se si ama la vita e si è fatto il possibile per renderla speciale.
Mi mancherai,
ci mancherai
Con immenso affetto
Chiara Scardazza
Jack Sintini e tutta l’Associazione Giacomo Sintini
9 gennaio 2018