“E’ stata una gara emozionante quella di domenica a Savona, corsa non solo con le gambe e con la testa ma anche con tanto cuore!..
Io e Marco abbiamo deciso di correre insieme la Savona Half Marathon e provare a battere il mio record personale sulla distanza. Marco è uno dei nostri runners solidali di #unpassoallavolta per l’Associazione Giacomo Sintini e vanta un personale di 1h30′ sulla Mezza Maratona e di 3h32′ sulla Maratona. Domenica abbiamo fatto squadra e Marco mi ha aiutato e spronato, mi ha sostenuto nei momenti di difficoltà spingendomi a dare il meglio ed è stato fondamentale per raggiungere l’obiettivo finale. La sua esultanza mentre tagliavo il traguardo con il tempo di 1h39’31” (tempo reale, mentre il cronometro segnava 1h39’40” dallo sparo), abbassando ulteriormente il mio miglior tempo è una delle emozioni più belle fra le tante vissute in questi 3 anni da runner. La nostra corsa è stata un po’ la metafora della vita e della lotta nei momenti difficili: INSIEME è più semplice perchè con un amico vicino che ti sostiene, ti sprona e ti aiuta a tirare fuori il meglio di te, nessun obiettivo è impossibile! Le mie emozioni però non si sono fermate al risultato sportivo perchè, come ormai succede da qualche gara a questa parte, ho avuto l’emozione di poter tagliare il traguardo per mano con mio figlio Francesco, 4 anni e mezzo, che porta anche lui orgogliosamente i colori di speranza del nostro Team Solidale e della Associazione. Lui, la ragione per cui 13 anni fa ho lottato contro quel Linfoma non Hodgkin che voleva mettermi i bastoni fra le ruote… Non volevo andarmene prima di averlo conosciuto. Al traguardo poi c’erano per la prima volta i miei genitori che il giorno dopo avrebbero festeggiato il loro 45° anniversario di matrimonio… Insomma, anche a 43 anni suonati ci si può commuovere tagliando un traguardo quando hai intorno a te 4 fra le persone più importanti che ti hanno sostenuto in un certo modo a superare i momenti difficili della tua vita, il tuo passato, il tuo presente e il tuo futuro ovvero mamma Graziella, papà Pino, Sara e Francesco.
Oggi ho ancora un po’ male al ginocchio, che risente ancora delle terapie subite per il linfoma, ma il dolore quasi non lo sento perchè le emozioni vissute domenica sono un dono, così come ogni giorno che mi è stato donato da quel giorno in cui nel 2006 iniziai la mia battaglia contro il linfoma. Mai smettere di sognare.”
Maurizio Romeo
22 marzo 2019